James Thierrée – Compagnie du Hanneton

Teatro Argentina
2 – 6 ottobre 2019

L’artista, nato nel 1974 dal ventre creativo di Victoria Chaplin e Jean-Baptiste Thierrée,debutta a soli 4 anni ne Le Cirque imaginaire continuando più in là ne Le Cirque invisible –entrambe creazioni familiari: «Il circo è legato alla mia infanzia, all’avventura dei miei genitori e al “me bambino” sempre al loro seguito. È un magma che risale dalle viscere di un vulcano, la sorgente del mondo sotto la calotta terrestre, qualcosa di estremamente presente nei miei ricordi e nel mio corpo». Un’eredità non solo artistica – in cui brilla la stella di suo nonno – ma anche emotivamente forte legata ad un percorso di trasformazione dell’arte in maniera individuata e sui generis, avvenuta generazione dopo generazione: «Mi sono sempre domandato, e mi hanno sempre domandato, che cosa rappresentasse per me la famiglia, la mia famiglia. Oggi rispondo, serenamente, di considerarla come un lago dove devi imparare a nuotare. Antenati e nipoti. Non esistono linee genealogiche verticali, ma cerchi, come onde, e dentro ci si sta tutti insieme, a “bagno” tra eredità passate e proiezioni future», e proprio da qui parte la carica esplosiva con cui la conoscenza dello spazio scenico, la maestria – nella relazione con le strumentazioni – il gioco del teatro esplode in un’euforia viscerale in cui il surreale abbraccia il candore più fanciullesco, e la magia gode dello scherno di un clown sul cui volto si intravede l’eredità di Charlie Chaplin.

Riconosciuto internazionalmente come un mago della scena teatrale, nipote di Charlie Chaplin, sin da piccolo immerso nel mondo circense, James Thierrée è uno di quegli artisti capace di sconvolgere lo spazio e la materia, per tirarne fuori emozioni e sogni, mantenendosi costantemente in equilibrio tra i linguaggi del nuovo circo, della danza e del teatro. E in effetti, tutte queste definizioni, possono tranquillamente essere applicate a Raoul, lo spettacolo presentato al REf19. La scena è qui una casa, un castello o una baracca di fortuna in cui il protagonista sembra ritrovarsi faccia a faccia con sé stesso. Thierré ci trascina in un modo contemporaneamente incantato abitato da teiere parlanti, vestiti animati, meduse-ombrello ed elefanti fantasma ma contemporaneamente cosparso di segreti e zone d’ombra. La solitudine, le nostre piccole personali crisi esistenziali sembrano acquisire materia e forma e sollevarsi verso la luce attraverso la danza e il movimento. «Chi sono io?» sembra chiedersi Thierré, «chi siamo noi?». 

Un Robinson Crusoe catapultato in una terra di nessuno, un luogo sospeso tra sogno e realtà dove è possibile incontrare animali solitari e smarriti – pesci, meduse, uccelli scheletrici, fantasmi di elefanti. Raoul, il personaggio portato in scena ormai da dieci anni da James Thierrée, è un naufrago che tenta di addomesticare oggetti e strane creature per liberarsi della sua ossessione: la solitudine da scontare giorno e notte, rinchiuso in una specie di torre che è anche una zattera alla deriva e insieme una «casa» fragile, pronta a venir giù, un bastone dopo l’altro, come nel gioco shanghai.
Al teatro Argentina (fino a domenica), Thierrée prende per mano il suo alterego, Raoul (una produzione della Compagnie du Hanneton) e lo fa danzare, camminare al ralenti, galoppare, urlare, saltare, disperare per il pubblico del Romaeuropa festival.

Produzione La Compagnie du Hanneton/Junebug | Una coproduzione con La Coursive Scène nationale de La Rochelle, Théâtre Royal de Namur, La Comédie de Clermont-Ferrand, Théâtre de la Ville Paris, barbicanbite09 (Barbican Theatre, London) e Crying Out Loud, Abbey Theatre Dublin, Maison de la Danse Lyon, Théâtre National de Toulouse. Fondation BNP Paribas ha supportato la tournée di Raoul dal 2010 al 2016 | Premiere: 28 Aprile 2009 2009, Théâtre Royal de Namur (Belgio)
La Compagnie du Hanneton è supportata dal Ministère de la Culture DRAC Bourgogne

Il Trailer di Raoul

Progettato, diretto ed eseguito da James Thierrée
Costumi e Design degli animali di Victoria Thierrée
Suono: Thomas Delot
Luci: James Thierrée e Bastien Courthieu
L’ombra e le creature: Samuel Dutertre
Direttore di palco: Guillaume Pissembon e Anthony Nicolas
Light manager: Bastien Courthieu
Costumi e set manager: Sabine Schlemmer
Registrazioni di chitarra elettrica: Matthieu Chedid
Assistente alla regia: Laetitia Hélin e Sidonie Pigeon
Estratti musicali: “Manifeste” Tony Gatlif e Delphine Mantoulet
Set e costumi: Victoria Thierrée, Monika Schwartzl, Matthieu Bony, Marie Rossetti, Pierre Jean Verbraeken, Jean Malo, Véronique Grand, Pauline Köcher, Brigitte Brassart, Philippe Welsh

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Un respiro di grande creazione fende il palcoscenico del Teatro Argentina, portando un sogno nel cuore degli spettatori di cui una parte uscirà commossa. James Thierrée,figlio e nipote d’arte, con la sua Compagnie du Hanneton si sbilancia sul palcoscenico, cerca il suo alter ego, fa conoscenza con animali tanto simpatici quanto bizzarri. La stranezza lo accompagna in un percorso nel quale ogni parte di sé è parte di un disegno più grande che risponde alle sollecitazioni del suo corpo nel quale invenzioni e parossismi tracciano la rete di una vela che salpa a pieno vento. Il cambio di prospettiva attraverso i suoi salti lascia a bocca aperta i presenti, che affascinati dal punto di partenza rimangono estasiati dal punto di arrivo, sosta dolce e onirica per il bambino che in noi scalcia e freme nel vedere così tanta bellezza e virtuosismo acrobatico attraversare il proprio sguardo.

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…………….”Raoul ci trascina in un mondo incantato abitato da teiere parlanti, vestiti animati, meduse-ombrello ed elefanti fantasma ma cosparso di segreti e zone d’ombra. La solitudine, le nostre piccole personali crisi esistenziali sembrano acquisire materia e forma e sollevarsi verso la luce attraverso la danza e il movimento.“……………………Bruna Monaco

Mago della scena teatrale e innovatore delle forme circensi, James Thierrée è un artista capace di estrarre emozioni e sogni dallo spazio e dalla materia utilizzando i linguaggi del nuovo circo, della danza e del teatro. Raoul ci trascina in un mondo incantato abitato da teiere parlanti, vestiti animati, meduse-ombrello ed elefanti fantasma ma cosparso di segreti e zone d’ombra. La solitudine, le nostre piccole personali crisi esistenziali sembrano acquisire materia e forma e sollevarsi verso la luce attraverso la danza e il movimento.

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