Maguy Marin fotografata in scena da Piero Tauro nel 1986 – “Calambre” una sua coreografia – all rights reserved

Ho conosciuto Maguy Marin nel 1982 ad una replica del suo celebre MayB. E si è svelato un mondo. Il linguaggio di corpi consumati dal tempo, i ritmi musicali incontrollabili, dal silenzio alla sarabanda da circo. E poi l’anima di Beckett che veleggiava nello spazio inquietante che sapeva rapirti e circondarti di amore e follia.

E poi è stato un seguirla a spasso per il mondo. Anni in cui ogni sua creazione la sentivi come fibre sulla pelle, ritmi nei tuoi pensieri.

“Eden” coreografia Maguy Marin – photo Piero Tauro -all rights reserved

Nata a Tolosa da madre madrilena e da padre andaluso, emigrati e rifugiati in Francia per sfuggire al regime di Francisco Franco, comincia gli studi a otto anni al Conservatorio di Tolosa. A 16 anni si trasferisce al Conservatoire de Paris, dove segue le lezioni di Nina Vyroubova. Negli anni tra il 1968 ed il 1972 è membro del balletto dell’Opéra de Strasbourg, danzando in produzioni di balletto come Il Lago dei Cigni e Giselle.

Nel 1972 Maguy Marin approda a Mudrā, scuola e residenza coreografica creata dal celebre Maurice Béjart a Bruxelles, e prenderà parte alla formazione del gruppo “Chandra”, interno alla scuola e diretto da Micha van Hoecke.Dal 1974 al 1977 diventa membro della compagnia di Maurice Béjart, Les ballet du XXe siécle, interpretando le coreografie di repertorio e le nuove creazioni, e partecipando già in veste di coreografa per la creazione Yu-Ku-Ri, creata per la compagnia nel 1976.

Non mancheranno nella sua carriera collaborazioni celebri, come quella con Carolyn Carlson in veste di danzatrice.
Negli anni successivi accadranno molte cose: la prima di Babel Babel, una stagione nel Théâtre des Champs-Élysées e una commissione dal gruppo di ricerca coreografica dell’Opéra di Parigi (Groupe de Recherche Chorégraphique de l’Opéra de Paris), nonché un premio nazionale per la coreografia direttamente assegnato dal ministro francese della cultura.
Maguy Marin stata definita la pasionaria della danza. La coreografa francese, infatti, ha sempre utilizzato la sua notorietà per operare nel sociale, e aprire discussioni importanti su tematiche come: i sans-papier, le popolazioni della Bosnia Erzegovina o del Kosovo.

Carriera emblematica quella di Maguy Marin, che dal fermento della Nouvelle Danse française anni Ottanta è giunta ai nostri giorni con linfa sempre nuova.

Sono stati proprio i valori in cui crede, e che sono completamente integrati nella sua persona e nel suo lavoro di coreografa, a farle decidere di lasciare, insieme alla sua compagnia, il consolidato Centro Coreografico di Cretèil, per tuffarsi a capofitto nell’avventura del Progetto di sperimentazione artistica e sociale di Rillieux-la-Pape, battezzato “Ramdam”, proprio dal titolo di una sua creazione.

Immagine del manifesto del Los Angeles Festival 1987 photo Piero Tauro con “MayB” e note sulla mostra dedicata alla coreografa.

Piccola storia per immagini della grande coreografa francese, madre della nouvelle danse.(clicca sull’ immagine qui sotto per vederla full screen – freccia a dx per scorrere la photogallery – tasto in basso a dx per oscurare la preview e leggere la didascalia) Aggiornare la pagina se non dovesse apparire l’immagine preview della slide show

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“Umwelt” – Compagnia Maguy Marin – photo Piero Tauro – all rights reserved

Tutta la sua produzione creativa potrebbe essere raccolta sotto il titolo di “la condizione umana”: da “May B”, alle opere più recenti, ha sempre dato vita in modo intelligente a dei personaggi nei quali possiamo specchiarci, che mettono in risalto l’anima grottesca intrinsecamente legata all’essenza del genere umano. Il risultato è potente, ironico, ma anche feroce.

“Eden” – Compagnia Maguy Marin – photo Piero Tauro – all rights reserved

Nelle sue creazioni, la danza è impregnata da una teatralità sanguigna e calda, che fa toccare alla sua vivace coreografia dei momenti di puro lirismo. Davanti alle opere di questa coreografa possiamo divertirci e ridere delle nostri patetici, piccoli rituali, fino al punto di piangere..

“Babel, Babel” – Compagnia Maguy Marin – photo Piero Tauro – all rights reserved

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