Bartabas | Zingaro

Ippodromo Tor di Valle
dal 30 settembre al 19 ottobre 2005

Loungta si svolge all?interno di un ampio tendone, dove il pubblico entra nella semioscurità percependo nella penombra forme in movimento. L’aria è satura d’incenso. Due gruppi di monaci buddisti, raccolti sulle gradinate, emettono le cosiddette voix de buffles con la tecnica del canto di fonico che permette di esprimere simultaneamente due suoni distinti.
Al centro della pista, ricoperta di terra color ocra, un emisfero trasparente gira intorno ad un asse invisibile lasciando intravedere un gruppo di cavalli bianchi. Un cavaliere solitario, con passo solenne, si muove attorno.
Questo l’inizio di Loungta, les chevaux de vent, ottava avventura della compagnia Zingaro. 

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ZINGARO THEATRE EQUESTRE – LOUNGTA, LES CHEVAUX DU VENT.flv (youtube.com) Link a estratto video dello spettacolo

a cura di: Théâtre équestre Zingaro
ideazione, scenografia e regia: Bartabas
i corridori : Bartabas, Manuel Bigarnet, Kétile Dubus, Abderrahman El Bahjaoui, Michael Gilbert, Benjamin Grain, Solenn Heinrich, Elodie Mathieu, Etienne Régnier, Igor Verlivskoï, Messaoud Zeggane i ballerini: Fabrice Andriamilantonirinason, Tenzin Gönpo, Abdouel Karimou
i monaci del monastero Gyuto: Jhamba Genden, Lobsang Dargey, Tenzin Norbu, Migur Dorjee, Gyurmey Chogyal, Tashi Yoeser, Dhondup Thinlay, Lobsang Dorjee, Ngawang Thapkhe, Tsering Wangchuck

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I cavalli : Apollon, Ares, Ascleptos, Chronos, Coppi, Darri, Demetra, Dionysos, Eros, Flash Okie Reina, Hades, Hephaistos, Hera, Hermès, Heza Great Royal Kid, Horizonte, Kid Label, King Black Solano, Le Caravage, Lobéro, Pan, Pantruche, Poseidone, Priape, Zancy Bar, Zeus
e l’asino Master des Dieux
e le oche
Direttore di scena: Daniel Gasson
costumi: Marie-Laurence Schakmundès
maschere: Ehrard Stiefel
set: Didier Martin
caposcuderia: Pierrick Moreau
assistenti alla regia: Patricia Lopez, Anne Perron

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Per vent’anni Bartabas, direttore del Théâtre Equestre Zingaro, ha vagato per il mondo cercando ispirazione nella musica, perseguendo la sua ricerca essenziale del gesto puro in cui esseri umani e animali riconciliano spirito e corpo come profano e sacro. nella massima semplicità. Bartaba preferisce il rituale allo spettacolo. Ogni nuovo incontro musicale è fonte di movimento per questo maestro. Musica berbera algerina per l’Opéra Equestre, sonorità del Rajasthan per Chimère, canti sudcoreani per Éclipse, partizioni contemporanee per Triptyk… Nell’agosto 2002, Bartabas ritorna in Oriente e trascorre alcuni giorni in un monastero tantrico a Gyuto, situato in un’ex provincia tibetana nell’estremo nord-est dell’India. Lì osservò i discepoli che cercavano la loro realizzazione individuale sul sentiero del Buddha e fu ispirato dal loro ritmo, disciplina e rigore che poi lo aiutarono a produrre le immagini e la coreografia per la sua nuova performance, Loungta, The Horses of the Wind. I cavalieri, i ballerini e i musicisti si riuniscono sul ring. Dieci monaci tibetani di età compresa tra i venti ei settant’anni, diffondono il tono profondo delle loro “voci di bufalo”.

Sui loro strumenti tradizionali suonano partizioni indissociabili dalle loro pratiche religiose quotidiane. Hanno deciso di lasciare il loro monastero per condividere tre anni di vita quotidiana della compagnia. Una trentina di cavalli, una ventina di cavalieri e ballerini sono vestiti con costumi ispirati ad alcuni rituali ancestrali e i loro volti sono le maschere rabbiose degli dei e delle dee della morte. Bartabas tornava dalla giungla e dalle zone attorno all’Himalaya con il desiderio di portare un certo stato d’essere tra i suoi cavalli e i suoi cavalieri, per raggiungere la precisione/idoneità di una bellezza sempre più elementare. Bartabas, pur allontanandosi ancora di più dalla frivolezza e dalla frenesia dell’Occidente contemporaneo, riafferma la sua filosofia, esaltando gli antichi valori orientali. Va alla ricerca dell’essenza degli esseri, umani o equini, nel tentativo di avvicinarli e celebrarli.

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Produzione: Théâtre Équestre Zingaro
in coproduzione con: le Théâtre de Namur, Le Cargo- Scène nationale de Grenoble, Lille 2004, la Coursive-Scène nationale de La Rochelle
Con l’aiuto di: du ministère de la Culture et de la Communication (DMDTS), du Conseil général de Seine-Saint-Denis et de la Ville d’Aubervilliers
Ricordi: al servizio culturale dell’Ambasciata di Francia a Delhi, a M. Tashi Phuntsok e M. Wangpo Bashi, Bureau du Tibet, Parigi, rappresentanza di Sa Sainteté le Dalaï-Lama

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Si entra in un mondo, andando a vedere uno spettacolo di Zingaro. Un mondo nel quale la vicinanza fra l’uomo e il cavallo è una scelta e uno stile. Di vita. Ma anche d’arte. Le creazioni nascono dal profondo contatto con gli animali, e non si tratta solo di addestramento o di tecnica, ma di unione. Si sa che i cavalli di Bartabas non provano più di un’ora al giorno e, quando anche un’ora diventa troppo, vengono messi a riposo nelle grandi campagne dove si limitano a passeggiare. Ma allora bisogna sceglierne di nuovi, e occorrono anni prima che i puledri siano pronti, prima che capiscano cosa si vuole da loro. Infatti, sforzarli o far loro ripetere un movimento è controproducente perché bisogna rispettare i loro tempi e aspettarli. Per questo ci vogliono più di due anni perché una creazione possa essere presentata al pubblico.

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Zingaro – Loungta, les chevaux de vent Dove acquistare il DVD completo

DALLA ENCICLOPEDIA TRECCANI
Bartabas. – Pseudonimo con cui è noto il regista, coreografo e maestro di equitazione francese Clément Marty (n. Courbevoie 1957). Artista policentrico e innovativo sperimentatore di tecniche espressive che coniugano con estro ed eleganza danza, commedia e arte equestre, dopo l’esordio nel 1977 al Festival di Avignone con un lavoro off, nel 1985 ha fondato la compagnia Le théâtre équestre Zingaro, che ha debuttato nello spazio circense di Aubervilliers (Parigi) con lo spettacolo Cabaret équestre (1984-90), cui hanno fatto seguito tra gli altri Opéra équestre (1991-93), Chimère (1994-96), Éclipse (1997-1999), Triptyk (2000-2002), Loungta (2003-2005), Entr’aperçu (2004), Battuta (2006-2009), Darshan (2009-10) e Calacas (2011-12). Tra i suoi lavori più recenti, maggiormente tesi a esplorare territori intimisti esaltando la spiritualità che emerge dall’impattante presenza scenica dei cavalli, si segnalano Le centaure et l’animal (2010) e Golgota (2013).

Canti del Kerala, o tibetani, o del Rajastan, musiche berbere, voci coreane, ma anche la Sagra della primavera di Igor Stravinskij o il Dialogue de l’Ombre Double di Pierre Boulez accompagnano, o meglio dirigono, la creazione di forme e di armonie che uomini e cavalli eseguono danzando la più antica storia dell’uomo sotto la guida di Bartabas.

TUTTE LE IMMAGINI DI QUESTO ARTICOLO SONO SOGGETTE A DIRITTO D’ AUTORE. SONO STATE REALIZZATE DAL SOTTOSCRITTO PIERO TAURO AL ROMAEUROPA FESTIVAL – TEATRO VALLE 11 – 13 ottobre 2002 .
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Normativa sul Diritto d’ Autore Legge 22 aprile 1941. n.633 e relative modifiche apportate dal Decreto del Presidente della Repubblica n.19 del 8/1/1979, pubblicato su Gazzetta Ufficiale del 30/1/1979, n.29 e successivo Dlgs n. 154 del 26 maggio 1997 (attuazione direttiva 93/98/Cee), su Gazzetta Ufficiale n. 136 del 13 giugno 1997 e successiva legge 248 del 28 agosto 2000, pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 4 settembre 2000 n. 206

Obbligo di citazione “FONDAZIONE ROMAEUROPA Arte e Cultura” depositaria di una parte delle immagini con unico diritto di possibilità di pubblicazione alle norme e regole contrattualmente concordate. 

Nella pista circolare scorrono le immagini da lui create, e sono cicli, metamorfosi, racconti nomadi che portano tracce delle terre percorse, della ricerca dell’origine.