Roma Fringe Festival 2021

“E Cammarere” – photo Piero Tauro – All rights reserved

regia e drammaturgia Fabio Di Gesto
con Francesca Morgante e Maria Claudia Pesapane
costumi e trucco Rosario Martone

“E Cammarere” – photo Piero Tauro – All rights reserved

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Le note del regista Fabio Di Gesto che hanno portato alla realizzazione di questo spettacolo :
« Quando lessi: “Le Serve” di Genet, rimasi affascinato dalla personalità delle due protagoniste. Due serve e una padrona, questo concetto ha ispirato il mio testo. Due candidate che si sfidano per un unico posto. Ho voluto analizzare, proprio come Genet, il fatto di cronaca delle sorelle Papin.
Chi delle due sarà più furba, forte e ambiziosa da ricoprire quel ruolo?
Genet, nel saggiatore dice: “Le due serve non sono realmente serve ma rappresentano tutti coloro che sono diversi, rifiutati, reietti e relegati ai margini di una società”. Da ciò ho sviluppato la mia drammaturgia.
Per fortificare l’ idea di rifiuti della società ho dato loro un linguaggio particolare, quello del “vascio” e dei vicoli di una Napoli diversa, chiassosa e plebea. Un linguaggio potente, composto da proverbi e detti. Un linguaggio che chiarisca allo spettatore la natura delle “cammarere”.
Un napoletano non propriamente contemporaneo, ma intessuto di detti e figure retoriche che lo rendono radicato in qualcosa di antico e viscerale. “Tutti vorremmo riscattarci. Tutti vorremmo passare da servi a padroni.”

“E Cammarere” – photo Piero Tauro – All rights reserved

Due cameriere in un basso napoletano, giocano a ricoprire il ruolo della loro padrona. Questo continuo gioco porterà le due donne a confondere la realtà con l’immaginazione. Riusciranno le due cameriere a fermare questo gioco? Allontanandosi dal testo originale e dalla sua struttura drammaturgica, lo spettacolo ne riprende solo l’idea drammatica: “Le due serve non sono realmente serve ma rappresentano tutti coloro che sono diversi, rifiutati, reietti e relegati ai margini di una società.”( J.Genet). Per fortificare l’idea di rifiuti della società si è dato loro un linguaggio particolare, quello del “vascio” e dei vicoli di una Napoli diversa, chiassosa e plebea. Un linguaggio potente e ritmico, composto da proverbi e detti. Un linguaggio che chiarisce allo spettatore la natura delle “cammarere”.

Una vera e propria ricerca linguistica, che dona impulsi alla recitazione quanto alla ricerca dei personaggi. Un napoletano non propriamente contemporaneo, ma intessuto di detti e figure retoriche che lo rendono radicato in qualcosa di antico e viscerale. Molto spesso, ciò che diventa ritmo, canzone e musica, nasce in scena, durante il flusso creativo. “La signora” de Le serve diventa, all’interno del testo, “La padrona”. “La padrona” è un personaggio astratto, è un’idea. Essa non compare mai in scena, ma è metafora di vari aspetti che la rendono la vera protagonista dello spettacolo: la lucidità delle due protagoniste; il podio-trofeo; il limite e la follia; la sessualità. Ed è così che rappresentando con le due attrici la falsificazione della femminilità, quasi sorge il dubbio che si tratti di due donne sole o due fratelli travestiti. Lasciamo al pubblico la libertà di interpretare questa storia. (Roma Fringe Festival)

“E Cammarere” – photo Piero Tauro – All rights reserved